Come già anticipato nel precedente articolo, l’arresto di Yoani Sanchez era un semplice fermo di accertamento per capire con quali autorizzazione volesse reperire informazioni relative al processo per la morte di Oswaldo Payà insieme alla stampa estera autorizzata. Inoltre Yoani Sanchez e i 4 facinorosi a seguito avevano chiaramente mostrato tutto il loro intento di ledere la serenità nella quale il processo deve svolgersi per assicurare una giusta sentenza. Forse Yoani ha creduto per un momento di essere nella tanto amata Miami, dove i 5 cubani condannati dai 30 anni all’ergastolo per pene mai commesse, sono stati dati in pasto ad un vero linciaggio popolare dove la giuria certo non poteva esprimersi con la dovuta serenità per il verdetto.
Yoani è quindi libera di mandare i messaggini su Twitter, magari sfruttando una connessione satellitare preparata da Alan Gross, il contractor statunitense dell’USAID detenuto a Cuba, per reati legati ad attività di spionaggio.
E’ proprio un bel mondo quello dell’opposizione al governo di Raul Castro. Mondo in cui vivono un sacco di squali, pronti ad accedere al tesoretto di finanziamenti disponibili per tutti coloro che contribuiscono a destabilizzare un governo, la cui implosione porterebbe a fiorenti attività economiche. L’opposizione cubana è attualmente quella all’interno del partito stesso, che si fà portavoce di ogni forma di pensiero ed idea di tutti, attraverso un sistema elettorale democratico a scalare.
Cuba non è l’Italia e tantomeno gli Stati Uniti. Molti menti accademiche immaginano un modus operandi simile a quelle delle nazioni occidentali. Non capiscono che stiamo parlando di una mentalità molto diversa e che il governo deve impostare il proprio lavoro con questo tipo di presupposti. Per questo sarebbe lecito attendersi un confronto con le altre realtà del latinoamerica, prima che alcuni giornalisti si sentano in diritto di mettere alla gogna il sistema politico, con le loro quattro belle frasette pronte sui diritti umani.
L’alternativa cubana oggi non vuole il popolo cubano libero. Vuole il mercato immobiliare libero, vuole la possibilità di iniziare a negoziare compravendite selvagge, vuole far approdare le multinazionali, vuole creare profitto da natura, mare, edilizia in un’isola logisticamente (e non solo) splendida. Vuole creare le fondamenta per una industria pesante redditizia, pronta a trapanare mari e monti alla ricerca del tanto amato petrolio.
Yoani è solo una pedina che la può dar a bere al lettore disinteressato o all’utopista che crede in una Cuba migliore dopo la caduta di quel che chiama “regime”. Intanto Yoani è libera e ora dobbiamo sopportare le solite cantilene. Tra le tante anche l’impietosa affermazione di non aver potuto bere per tutto il tempo in cui è durato lo stato di fermo. Vergognoso che Yoani abbia ammesso solo in un secondo tempo che le era stata offerta dell’acqua fresca in diverse occasioni, ma che la decisione di non ingerire alcun liquido o solido sia stata determinata dalla paura che le potessero dare qualcosa di avvelenato.
fonte foto: internet
carlo pio scacchetti
Solo chi conosce e vive la dittatura mascherata da una pseudo ”democrazia” e l’arroganza senza scrupoli delle multinazionali puo’ apprezzare lo sforzo di chi lotta per la giustizia e l’ugualianza sociale ed economica.