Secondo quanto annunciato da Waldo Reboredo, vicepresidente di Telecomunicaciones Gran Caribe S.A, società nata appositamente nel 2006 per lo sviluppo di questo progetto , a Gennaio del prossimo anno inizieranno i lavori per posare il cavo sottomarino in fibra ottica che coprirà una distanza di 602km e che permetterà di moltiplicare per 3000 l’attuale velocità di connessione dati nell’ isola cubana.
Il cavo sottomarino arriverà a Cuba dal Venezuela partendo da Camurí vicino al porto della Guaira giungendo sino alla costa orientale di Siboney, a 18 km da Santiago de Cuba, sede del Centro Terminal de la Fibra Óptica Internacional, dove poi verrà connesso alla rete nazionale.
Il cavo in fibra ottica non solo arriverà a Cuba ma sarà esteso sino alla Giamaica coprendo una distanza totale di 1600 km.
Il costo stimato di tale operazione è pari a 70 milioni di dollari e la “vita” del cavo, come affermato dallo stesso Waldo Reboredo, sarà garantita per 25 anni.
La connessione oggi a Cuba: A Cuba arrivò internet nel 1996, mediante un collegamento satellitare a banda larga, con una ampiezza totale di soli 65 Megabyte al secondo (MB/s) in uscita e 124 MB/s in entrata, da destinare a tutta l’isola. Cifre ridicole che spiegano bene la lentezza in cui ci si imbatte quando si naviga, se si considera che tale uscita è paragonabile a quella di una sola azienda con connessione a fibre ottiche ad alta velocità. A causa dell’embargo economico imposto dagli Stati Uniti, la connessione a internet tramite satellite, non può essere maggiore di quella attuale, e lo stesso embargo proibisce all’isola di connettersi al cavo in fibra ottica già esistente che unisce la Florida con il Messico, ma che s’interrompe a 90 miglia dalle coste cubane. Per tali restrizioni il governo cubano ha dovuto limitare il servizio internet ai soli uffici statali alle università ed ai cyber cafè.
Il collegamento ad Internet tramite satellite non cesserà, ma con l’integrazione del cavo sottomarino si calcola che, oltre ad ottenere una connessione qualitativamente migliore in fatto di qualità e velocità del segnale, si abbatteranno i costi di circa un 25 per cento.
La connessione via cavo consentirà un maggior numero di accessi che il governo non ha limitato ma piuttosto razionalizzato, tenendo conto proprio delle limitazioni imposte paradossalmente da chi promuove la democrazia.
Questo ultimo punto è stato volutamente strumentalizzato, come mancanza di libertà d’accesso alla rete. Razionalizzazione non vuol dire divieto. Nell’ambito di questa razionalizzazione l’accesso internet è garantito alle postazioni lavorative, quali imprese, aziende, strutture sanitarie, Ministeri, ambasciate, università, centri di ricerca e quant’altro. Dovendo scegliere appare logico assicurare la navigazione ad impieghi lavorativi più che privati.
La resolucion 180/2003 è stata spiegata come una legge del governo pronto a combattere il libero accesso ad internet e punire i poveri navigatori non autorizzati. Il Governo cubano ha semplicemente tenuto fede alla razionalizzazione degli accessi ed ha dovuto prendere questo provvedimento in quanto era stato appurato che tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004, c’erano più di 40 mila connessioni clandestine ad internet, di cui alcune frutto della vendita di password di strutture di lavoro, altre legate all’impiego di schede. (1)
Secondo Reporter Senza Frontiere,questa misura è in violazione all’articolo 19 della Dichiarazione Universale Dei Diritti dell’Uomo.1
Siamo d’accordo che è triste negare l’accesso ad internet, qualsiasi sia il motivo vero o presunto. Ciò che ancora una volta ci fa criticare queste dichiarazioni è l’omissione della causa all’origine del problema. Anche in questo caso, gli Stati Uniti potrebbero pur mantenere il blocco, ma permettere a Cuba di agganciarsi al cavo già esistente. Ciò aiuterebbe il motivo stesso per il quale, in teoria, è ancora in vigore l’embargo: ristabilire la democrazia a Cuba. Sarebbe certamente più semplice facendo un passo semplice e democratico, quale quello di sfruttare le risorse esistenti. E, è bene ribadirlo, questo unicamente a favore del popolo cubano.
1) www.cubasindical.org/docs/ETECSA_Final_ita.pdf
fonte foto: internet